domenica 11 novembre 2012

Proposte di ( decente ) serenità

Ma quanto sono belle le domeniche mattina piene di sole, così traboccanti di luce che i problemi non troverebbero spazio manco ad infilarcisi a forza. E allora restano chiusi fuori, a graffiare - con le unghie, e con i denti - contro la porta sprangata di quelle giornate che proprio non ne vogliono sapere di lasciarsi rovinare l'umore. Così, solo per un po'. Con i raggi che filtano dalla vetrata di un bar e vestono, di lucente grazia, il tavolino nero accoccolato in un angolo, e il tuo profilo sereno - in giacca, jeans attillati, tacchi a spillo e capelli che profumano di ciliegie, madreperla, latte di vaniglia e polpa di papaya - tra un succo d'arancia rossa, una monachina alla nutella, e le chiacchiere distese e divertite di chi ha deciso che la domenica è giorno di riposo pure per affanni, inquietudini e turbamenti.

Smessa la mise da strafiga assonnata, dopo pranzo, mi godo il tepore languido di una tuta slargata che non avanza pretese di impettita bellezza e lascia intuire, solo vagamente, forme di donna sotto la stoffa. Mi tengo addosso il mascara, e quello che resta di ombretto e matita - questa faccia(ta) di sicurezza non son pronta a farla crollare del tutto.
Un po' Pierrot, un po' femmina, un po' bambina, decido che me lo posso pure concedere un cartone animato, e domani tentare una replica di serenità.
Che poi inizia la malinconia del pomeriggio, ed allora bisogna inventarsi un altro modo di essere felici.

Siaccettanoproposte.

mercoledì 7 novembre 2012

Donne al Quadrato

Ci sono le Donne. E poi ci sono le Donne Donne. E quelle non devi provare a capirle, sarebbe una battaglia persa in partenza. Le devi prendere e basta. Devi prenderle e baciarle, e non dare loro il tempo di pensare. Devi spazzare via, con un abbraccio che toglie il fiato, quelle paure che ti sapranno confidare una volta sola, una soltanto, a bassa, bassissima voce. Perché si vergognano delle proprie debolezze e, dopo avertele raccontate, si tormenteranno - in un'agonia lenta e silenziosa - al pensiero che, scoprendo il fianco, e mostrandosi umane e fragili e bisognose per un piccolo fottutissimo attimo, vedranno le tue spalle voltarsi ed tuoi passi allontanarsi. Perciò prendile e amale. Amale vestite, che a spogliarsi son brave tutte. Amale indifese e senza trucco, perché non sai quanto gli occhi di una donna possano trovare scudo dietro un velo di mascara. Amale addormentate, un po' ammaccate quando il sonno le stropiccia. Amale sapendo che non ne hanno bisogno: sanno bastare a sé stesse. Ma, appunto per questo, sapranno amare te come nessuna prima di loro.


Copyright Viola Editrice

To Fall In Love

Stupido, stupido cuore.
Non impari mai. Ti reinventi ogni volta e, ogni volta, torni ad essere tabula rasa, il "punto e a capo" da cui ricominciare. E ricominci sempre. Non ti stanchi di ricominciare. In quegli inizi fallaci che sai, in partenza, essere dolorosi e sbagliati. Ma tu sei stupido, stupido stupido cuore. Incosciente ed ostinato. Ed io che, mio malgrado, sono costretta a seguirti, non riesco ad impedirmi di sperare che in tanta sciocca incoscienza esista anche una parvenza di coraggio, saggezza e lungimiranza. Chissà se Tu vedi ciò che a me sfugge.


Da questa parte del mondo, e da quell'altra, si tramanda una storia vecchia di secoli, contro la quale gli inganni del tempo - stronzo, bieco e galantuomo - e della dimenticanza, nulla hanno potuto: l'amore - si dice - veste una forma diversa a seconda della persona cui è destinato.
Così, può essere che arrivi saltellando su un paio di scarpette da ginnastica, sciupate dagli anni, e da quel correre veloce che vorremmo ci portasse lontano ed invece, molte volte, ci ( ri )porta semplicemente a noi stessi - esiste davvero posto più lontano?
Succede che valichi i confini di ogni umana difesa attraverso il profumo innocuo ( ? ) ed intenso delle caldarroste, una notte d'autunno che sembrava uguale alle altre, eppure uguale non è. Ed allora, ti lasci prendere, e un po' incantare - perché, certi errori fanno assai più male quando ti ostini ad evitarli. Meglio viverli, e poi pazienza. Accada quel che accada.
Oppure, capita che ti sorprenda all'improvviso, mentre fai di tutto per sfuggirgli. Distratta, e pensierosa, guardi nella direzione sbagliata, e quello ti piglia alle spalle, per ricordarti che fidarsi di qualcuno è esattamente questo: lasciarsi cadere all'indietro, ad occhi chiusi, e sperare che l'altro ti afferri in tempo. 
 
... l'amore non è una distesa di petali. Somiglia, di più, ad un campo di battaglia in cui farsi la guerra a colpi di incomprensioni, differenze, compromessi che si faticano a raggiungere, punti d'incontro che sembrano non esistere. E poi', d'un tratto - quando ogni cosa appare impossibile, irrecuperabile, senza sorte e senza futuro - capire di aver sempre lottato dallo stesso lato della barricata. Insieme.
Non importa quanto lontano vai: ciò che è destinato ad essere sarà comunque, e troverà il modo di raggiungerti.
 
Così, per dirla all'inglese, "To Fall In Love": cadere in amore. Perché, forse, nell’amore inciampi proprio mentre corri sul tuo tacco dodici.
E allora, schiena dritta, testa alta, sguardo fiero, jeans attillati, e sorriso seducente. Se proprio devi cascarci, e ricascarci, tanto vale farlo con stile.


Buona mattinata di cadute a tutti.

©

 

Copyright Viola Editrice